Principi base
È ben noto e documentato che l’alterazione dello stato nutrizionale può riflettersi, a vari livelli, sullo stato di salute generale. Le abitudini alimentari vanno indubbiamente contestualizzate nell’ambito dello stile di vita, inteso come il profilo di pensiero e di azioni caratterizzante un singolo individuo o una categoria di individui.
Recentemente il Dr. Riccardo Caccialanza, direttore Uoc di Dietetica e Nutrizione clinica al San Matteo, ha pubblicato un articolo sulla rivista Nutrition, da cui sono emersi aspetti interessanti legati allo stato nutrizionale dei pazienti ricoverati per infezione da Covid 19 presso il San Matteo.
Tendenzialmente tali pazienti presentano un indice di massa corporea orientata verso il sovrappeso ed oltre (da 26 Kg/m2 in su) e, la presenza di comorbidità, rappresenta un fattore predittivo per lo sviluppo di complicanze più importanti. In questo scenario va indubbiamente ricordato il ruolo endocrino del tessuto adiposo, soprattutto viscerale, tanto da essere comunemente accettato come un vero e proprio organo in grado di produrre mediatori chimici, stimolare la secrezione ormonale ed agire con queste molecole a livello locale e sistemico.
Lo stesso Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) in una conferenza del 22 marzo 2020 ha sottolineato il dato delle comorbidità come fattore di rischio per l’infezione da Covid-Sars-cov-2, e che, anche soggetti giovani, apparentemente sani, possano andare incontro a complicanze, tale aspetto può essere legato a meccanismi della risposta immunitaria non troppo efficiente o, a seguito di una iper-infiammazione che può essere così esasperata in qualcuno da determinare quadri che possono portare alla morte.
Ciò che appare quasi come una novità è il concetto di “individuo apparentemente sano”, ma questa immagine non deve confonderci.
Il sistema immunitario è composto da una serie di importanti meccanismi vitali che difendono l’organismo dagli “attacchi esterni” ad opera di virus, batteri o altre sostanze nocive che potrebbero compromettere lo stato di salute dell’individuo così come anche dai pericoli interni, attraverso un’ attenta e costante sorveglianza sullo sviluppo di cellule tumorali. Oltre a difendere l’organismo dalle infezioni, il sistema immunitario contribuisce a riparare i danni provocati ai tessuti da inquinanti ambientali e anti-nutrienti provenienti dalla dieta (saponine, lectine, fitasi) ed alla tolleranza verso il self e verso i microrganismi (microbioma) che convivono all’interno dell’organismo, prevalentemente nell’apparato digerente.
Con la finalità di difendere al meglio l’organismo dalle possibili infezioni, il sistema immune, deve godere di una “buona salute”, questo aspetto è strettamente legato allo stile di vita dell’individuo ed in particolare allo stato nutrizionale riferito alla composizione corporea dell’individuo e all’assunzione di macro e micro nutrienti.
Generalmente il fabbisogno energetico, garantito dall’assunzione dei principali macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi), è sostenuto da una dieta sana e varia. Le criticità principalmente riscontrate che determinano alterazioni a livello sistemico, sono principalmente riconducibili all’assunzione di micronutrienti. Si parla di micronutrizione quando si fa riferimento alla corretta assunzione di vitamine e minerali. Le carenze di micronutrienti gravi sono molto frequenti nei paesi in via di sviluppo, dove tale carenza viene definita “fame nascosta”, mentre, nei paesi occidentali, industrializzati, si osservano carenze subcliniche causate dall’assunzione di cibi ricchi di calorie e poveri di vitamine e minerali che possono determinare alterazioni, sovente non tangibili, dello stato di salute.
Laddove il fabbisogno micronutrizionale non sia garantito, si verificheranno alterazioni a vari livelli, in questo contesto, il sistema immunitario non potrà garantire una funzionalità al massimo delle sue potenzialità in quanto, ogni fase della risposta immunitaria, è strettamente dipendente dall’attività di concerto di vitamine e minerali.
I principali micronutrienti che prendono parte alla risposta immunitaria sono: la vitamina A, D, E, B6, B12, B9 e per i minerali: lo zinco, il selenio, il rame ed il ferro.
Per alcuni di questi elementi, l’ EFSA (European Food Safety Authority) ha dichiarato claims salutistici a favore del sostegno del sistema immunitario, essi sono: la vitamina D, la vitamina C, lo Zinco, il Selenio.
La vitamina D
L’Italia è uno dei Paesi Europei con maggiore prevalenza di carenza da vitamina D, a differenza del Nord Europa dove è minore, grazie alla fortificazione dei cibi con la vitamina D, principalmente latte, yogurt, formaggi. Quest’ultimi, sebbene siano essi stessi fonti di vitamina D, ne forniscono una ridotta quantità a differenza di alcuni pesci come le aringhe (le più ricche di vitamina D), il sugarello, la spigola, le alici, le triglie.
Oltre alle fonti alimentari, la vitamina D può essere prodotta a livello endogeno a seguito dell’esposizione alle radiazioni solari, soprattutto nei mesi più caldi dove i raggi UV risultano essere “più efficaci” considerando l’inclinazione dell’asse terrestre.
Il Ministero della Salute italiano suggerisce un apporto massimo giornaliero di vitamina D pari a 2.000 Unità Internazionali, corrispondente a 50 µg, tale apporto risulta di difficile raggiungimento con la dieta considerando l’obbligo di rimanere in casa di queste settimane di quarantena.
In questo caso potrebbe intervenire in aiuto, al fine di mitigare i rischi di carenza, la supplementazione di vitamina D, attraverso un integratore alimentare a base di colecalciferolo. Tenendo conto della nota 96 AIFA che considera “l’approccio più fisiologico della supplementazione con vitamina D, quello giornaliero col quale sono stati realizzati i principali studi che ne documentano l’efficacia”.
La vitamina C
L’acido ascorbico è una vitamina essenziale per la salute che deve essere assunta con la dieta, la sua carenza porta ad una patologia ben conosciuta dai marinai: lo scorbuto. La carenza in adulti è bambini è principalmente dovuta a dieta inappropriata, generalmente legata all’avversione verso alcuni cibi. La vitamina C si trova in maggior concentrazione negli agrumi, nel kiwi e nei frutti di piccole dimensioni, ma si trova anche nelle verdure ed in altre tipologie di frutta, seppur in minore quantità.
I dosaggi raccomandati riferiti all’assunzione giornaliera di vitamina C si aggirano intorno al grammo.
Lo zinco
Si stima che circa il 30% della popolazione mondiale sia carente di zinco, causando circa 800.000 morti all’anno, favorendo lo sviluppo di diarrea e polmonite batterica (in particolar modo in bambini e anziani), e contribuendo all’invecchiamento e deterioramento del sistema immunitario. Lo zinco è quindi un elemento fondamentale per il mantenimento dell’omeostasi immunitaria: la sua carenza ha conseguenze significative sia sull’immunità innata che su quella adattativa. I principali alimenti contenenti zinco sono: gli alimenti di origine animale e le ostriche, ricchissime di zinco.
Non essendoci riserve di zinco nell’organismo è fondamentale assumerlo quotidianamente attraverso la dieta. Alcuni rischi carenziali sono legati a particolari regimi dietetici restrittivi, caratterizzati dall’assunzione di grandi quantità di cereali integrali, legumi, prodotti a base di crusca. La quantità giornaliera raccomandata di zinco è varia tra i 5 ed i 15 mg e la sua carenza può portare a problematiche di vario tipo, non solo al sistema immunitario, ma anche ritardi nella crescita, anemia e problemi di fertilità.
Il selenio
Il selenio è un micronutriente essenziale che svolge un ruolo fondamentale durante lo sviluppo embrionale e in un’ampia varietà di altre funzioni, incluse quelle del sistema immunitario.
Il sistema immunitario necessità di un adeguato apporto giornaliero di selenio, la cui biodisponibilità dipende da numerosi fattori tra cui la forma con cui il selenio viene assunto, la sua conversione in metaboliti, e fattori genetici dell’individuo che influenzano il metabolismo del selenio stesso.
Le principali fonti di assunzioni sono le frattaglie ed i pesci, il fabbisogno giornaliero stimato è tra 50 e i 100 µg.
Conclusioni
Un individuo apparentemente sano potrebbe non godere di uno stato di salute ottimale, considerando la possibile presenza di uno stato nutrizionale alterato. Dal punto di vista strettamente teorico lo stato nutrizionale è la risultante dei tre processi relativi all’introduzione (in termini di quantità e qualità di nutrienti assunti), all’assorbimento (processi che avvengono a livello gastro-intestinale) e all’utilizzazione dei nutrienti.
Una alterazione dello stato nutrizionale può comportare un rischio di carenze da micronutrienti. Tali carenze si riflettono a vari livelli nell’organismo e con ripercussioni sui sistemi biologici, tra questi si può verificare il coinvolgimento del sistema di difesa deputato alla protezione dell’organismo soprattutto da potenziali agenti patogeni.
In questo scenario occorre valutare l’integrazione alimentare come possibile strada per colmare tali carenze, offrendo all’organismo tutti i micronutrienti preziosi e necessari allo svolgimento delle principali funzioni biologiche che inevitabilmente si rifletteranno sullo stato di salute generale.
Contatta l’esperto in merito a questo argomento
Dott.ssa Veronica Di Nardo
Biologo Nutrizionista
Adjunct Professor
Science Direction Metagenics Italia