Che cos’è e a cosa serve l’ecostress farmacologico?
L’Ecocardiogramma da Stress Farmacologico è un’indagine diagnostica richiesta per valutare principalmente la presenza di malattia delle coronarie, i vasi che portano il sangue al cuore.
Le informazioni ottenute dal cardiologo durante il test possono avere un impatto sulla strategia di cura della specifica coronaropatia o malattia valvolare.
Stenosi coronarica
Essendo un esame privo di esercizio fisico, viene indicato nei pazienti che per cause muscolari, neurologiche o articolari non possono eseguire l’Ecocardiogramma da Stress Fisico.
In presenza di stenosi coronarica, può verificarsi durante il test, un’alterazione (riduzione) della contrazione cardiaca secondaria all’ “ischemia” cardiaca, indotta dal farmaco. Una sorta di sofferenza che prelude all’ infarto vero e proprio.
Quando questa alterazione coinvolge almeno due segmenti del muscolo cardiaco, l’ecostress è considerato positivo per ischemia.
Inoltre, se i segmenti coinvolti sono almeno tre, ci sono i criteri per eseguire un esame coronarografico. L’ esame coronarografico sarà utile per evidenziare una eventuale stenosi coronarica. In entrambi i casi, sarà opportuno iniziare una terapia farmacologica appropriata, su indicazione del proprio cardiologo.
L’Ecostress Farmacologico viene eseguito inoltre per valutare i pazienti che già presentano una riduzione della contrazione cardiaca a riposo, espressione di un precedente infarto.
Ischemia cardiaca
Se durante il test si verifica un miglioramento della contrazione cardiaca (vitalità) in almeno cinque segmenti del miocardio sede del precedente infarto, il cardiologo può valutare l’utilità di eseguire un esame coronarografico ed eventuale angioplastica con stent.
Per questo caso specifico, viene preferito il test con la Dobutamina.
L’Ecostress Farmacologico trova indicazione anche nella valutazione di alcune malattie valvolari come la stenosi aortica e l’insufficienza mitralica.
Infatti la valutazione della funzionalità della valvola aortica in corso di stimolazione farmacologica consentirà al medico di graduare la severità della valvulopatia e di decidere un eventuale corrrezione chirurgica o percutanea (TAVI) della valvola stessa
Quando serve eseguire un ecocardiogramma da stress farmacologico?
Esso può trovare indicazione in quei pazienti che lamentano dolore toracico da sforzo o affanno marcato per piccoli sforzi. Durante infusione farmacologica si valuteranno una serie di parametri utili indicativi di stenosi coronarica o di valvulopatia severa.
Come si esegue un ecocardiogramma da stress farmacologico?
Prima di iniziare l’esame, l’infermiere procede a reperire un accesso venoso periferico, posizionando una piccola cannula nella vena del braccio attraverso la quale si somministrerà lentamente il farmaco, utile per il test indicato dal cardiologo.
Al paziente sarà quindi richiesto di stendersi sul lettino lungo il fianco sinistro per l’intera durata dell’esame (circa 15-20 minuti).
Il medico, specialista in ecocardiografia, effettuerà l’ecocardiogramma durante l’intera durata dell’esame sino al termine della somministrazione del farmaco.
Inoltre, durante l’esame verrà registrato in continuo l’elettrocardiogramma e misurata la pressione arteriosa sistemica ad intervalli regolari.
Norme comportamentali per l’esecuzione dell’eco stress farmacologico:
- al paziente che deve effettuare l’Ecocardiogramma da Stress Farmacologico si consiglia di stare a digiuno per almeno 4 ore;
- in casi selezionati, come in presenza di Diabete Mellito, può essere indicata una blanda colazione, previo consulto del cardiologo curante;
- i farmaci possono essere regolarmente assunti prima dell’esame, ad eccezione del beta bloccante che, in alcuni casi, va sospeso gradualmente a partire da 3 giorni prima. È da precisare che la sospensione del beta bloccante deve essere indicata dal proprio cardiologo curante;
- in presenza di influenza, raffreddamento, tosse, asma o febbre è assolutamente indicato procrastinare l’esame;
- prima di iniziare il test, è necessario comunicare al medico ed all’ infermiere eventuali allergie ed esibire tutta la documentazione relativa a malattie cardiache precedenti, malattia dell’aorta, malattie polmonari (ad esempio l’asma bronchiale) e precedenti aritmie. È inoltre necessario comunicare la terapia assunta giornalmente.
Controindicazioni e rischi dell’eco stress farmacologico
L’ utilizzo di ultrasuoni di per sé non comporta particolari precauzioni o controindicazioni.
Bisogna invece, fare attenzione ad eventuali patologie del paziente che potrebbero controindicare la somministrazione di Dobutamina o Dipiridamolo:
- scompenso cardiaco in atto;
- infarto miocardio in fase acuta;
- processi infiammatori acuti del muscolo cardiaco e/o del pericardio;
- stenosi valvolare aortica critica;
- aneurisma dissecante dell’aorta;
- aritmie gravi non controllate dalla terapia;
- malattie infettive acute;
- ipersensibilità nota verso il farmaco da utilizzare;
- asma bronchiale severo;
- stenosi significativa carotidea.
Gli effetti collaterali maggiori derivanti da questo esame sono la comparsa di dolore al petto, alterazioni del ritmo cardiaco e calo della pressione arteriosa che possono essere prontamente gestiti dal cardiologo e dall’infermiere, mediante la somministrazione di farmaci.
La frequenza di tali effetti è molto bassa, inferiore allo 0,01%. Possono verificarsi anche effetti collaterali minori, come formicolio alla testa ed alle mani, mal di testa e nausea.
La somministrazione del farmaco antagonista alla fine del test ha come obiettivo quello di neutralizzare gli effetti diretti e quelli collaterali del farmaco scelto.
Contatta l’esperto in merito a questo argomento.
Dott.ssa Tiziana Formisano
Cardiologo, esperta in Ecocardiografia Transtoracica e Transesofagea applicata allo studio delle Valvulopatie, Cardiomiopatie e Malattie del pericardico.
Dirigente Medico I livello
Cardiologia/UTIC
Ospedale Evangelico di Villa Betania
Napoli