La pandemia da Coronavirus è una sfida che coinvolge tutte le figure sanitarie; in tal senso, anche il mondo della riabilitazione è chiamato a scendere in campo per vincere questa battaglia.
Nello specifico, i fisioterapisti sono impegnati nel concorrere alla prevenzione dei danni secondari sia a livello motorio che respiratorio.
Indice
Qual è il ruolo del fisioterapista nella battaglia Covid-19?
Un soggetto infetto da Covid-19, come ormai noto a tutti, può sviluppare una patologia respiratoria severa causata da una polmonite interstiziale bilaterale.
Sappiamo che in relazione all’età, alle comorbilità e al sesso, il 5-10% dei pazienti può presentare condizioni cliniche tali da richiedere un ricovero in terapia intensiva.
Il ruolo del fisioterapista, grazie anche ad un training multidisciplinare, è quello di ridurre al minimo gli effetti di tale periodo ed attenuare i sintomi connessi alla patologia: dispnea (fatica a respirare), tosse, senso di malessere generale e complicanze dovute all’allettamento prolungato.
Nello specifico, attraverso un consulto con pneumologi, anestesisti e personale infermieristico, il fisioterapista potrà essere da supporto nello gestire il quadro respiratorio del paziente sottoposto ad una ventilazione non invasiva: CPAP/NIV, ossigenoterapia convenzionale o high flow nasal oxygenation (HFNO).
Diverso è il suo ruolo nei casi più critici come ad esempio, la gestione dei soggetti sedati ed intubati. In questi casi, il fisioterapista coordinerà le attività decisionali rispetto al decubito del paziente e successivamente (nella fase post-acuta) aiuterà il paziente a recuperare un respiro autonomo, attraverso le vie aeree naturali.
Covid-19 e riabilitazione: importante è la posizione da assumere
Un aspetto fondamentale per tutti i pazienti infetti da covid-19 è la postura: quella slumped o scivolata nel letto è sicuramente da evitare.
Laddove possibile, bisogna posizionare il paziente seduto o semi-seduto, favorendo così l’alternanza dei decubiti laterali, della posizione semi-prona o prona.
I cambi di posizione possono migliorare, in maniera sostanziale gli scambi gassosi per questo, risulta necessaria una valutazione scrupolosa della strategia da adottare ed il monitoraggio clinico e strumentale continuo.
Ultimo aspetto ma non meno importante, riguarda lo scongiurare tutte quelle complicanze dovute ad un lungo periodo di allettamento: perdita di forza ed più in generale l’ipotonia generale.
Il fisioterapista nella fase di recupero
Il ruolo del fisioterapista nella fase post-critica è quello della mobilizzazione attiva e passiva.
Appena il decorso della malattia lo consente, si procede ad una mobilizzazione prima passiva e poi attiva, per ridurre l’incidenza di miopatie e ulcere da decubito.
Molto importante è anche il supporto dei pazienti impegnati a svolgere le normali attività fisiche come camminare o le attività della vita quotidiana spesso compromesse dopo lunghi periodi di sedazione ed immobilità.
La fisioterapia respiratoria e, in casi più complessi, un vero e proprio modello riabilitativo cardio-polmonare possono essere necessari per la completa ripresa delle normali attività.
Contatta l’esperto in merito a questo argomento.
Dott. Leopoldo Esposito
Dottore in Fisioterapia e Riabilitazione
Specializzato in rieducazione posturale secondo tecnica Mèzières