Le malattie del cuore rappresentano la principale causa di mortalità nel mondo. La tecnologia ci ha permesso di avere strumenti sempre più performanti per fare diagnosi sempre più sofisticate. La risonanza magnetica cardiaca è uno di questi strumenti.  

La risonanza magnetica cardiaca: di cosa si tratta?

La risonanza magnetica (RMN) è un esame diagnostico non invasivo che utilizza un campo magnetico per lo studio e la caratterizzazione di parti del corpo umano. A differenza della TAC, non vengono usate radiazioni ionizzanti ma onde di radiofrequenza, all’interno di un campo magnetico senza che vi sia alcun danno per i tessuti biologici.  

Il campo magnetico è generato da una grande calamita, in cui viene posto il corpo del paziente, che si trova all’interno di un cilindro cavo al centro e aperto alle estremità (apparecchio per la risonanza magnetica).

L’apparecchiatura invia delle onde radio al corpo e una serie di antenne captano il segnale di ritorno prodotto dai tessuti. Un computer acquisisce i segnali generati e ricostruisce l’anatomia dei vari organi e, nel caso del cuore, anche la funzione. 

La risonanza magnetica è molto diffusa e conosciuta  per diagnosticare  patologie delle articolazioni o della colonna  vertebrale. Da più di 20 anni, la risonanza magnetica viene utilizzata anche per fare diagnosi di patologie del cuore. Questa metodica è capace di dare informazioni estremamente dettagliate, permettendo una ricostruzione, eventualmente tridimensionale, del cuore e dei vasi.

Quali sono le patologie che possono essere studiate con un esame di RMN al cuore

Possono essere studiate  quasi tutte le patologie del cuore, da quelle congenite (cardiopatie congenite) a quelle acquisite durante la vita (come l’infarto del miocardio). 

Come è fatto il cuore

Il cuore è formato da diverse parti anatomiche: 

  • il miocardio che è la componente muscolare, costituita da muscolo involontario (muscolo non governato dalla nostra volontà ma bensì che si contrae autonomamente in maniera ciclica),  svolge la funzione propria del cuore: quella di contrarsi per pompare il sangue al resto degli organi;
  • le valvole (la valvola mitrale, la valvola aortica, la valvola tricuspide e la valvola polmonare) hanno il compito di separare le quattro cavità in cui è funzionalmente diviso il cuore (un atrio e un ventricolo sinistro, un atrio e un ventricolo destro) e separare il cuore dai vasi che da esso si diramano (l’aorta e l’arteria polmonare);
  • i vasi che portano il sangue necessario al cuore stesso per funzionare. Questi vasi vengono chiamate coronarie;
  • il pericardio, un sacchetto che racchiude  il cuore e  lo protegge
  • l’endocardio, un sottile strato di cellule che lo ricopre all’interno. 

 

Utilizzando la RMN si possono studiare quasi tutte le componenti del cuore e valutare la funzione e la composizione dei tessuti (acqua, grasso, muscolo e cicatrice)

Si possono studiare le patologie che colpiscono la componente muscolare del cuore, ovvero le cardiomiopatie; è utile nei pazienti in cui si ha il sospetto di cardiopatia ischemica, di cardiopatie congenite, di valvulopatie (malattie delle valvole), di malattie del pericardio (pericarditi). L’utilizzo della RMN è molto utile nei pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio per valutare la cicatrice residua. L’uso della risonanza magnetica è di fondamentale importanza nello studio delle miocarditi, che sono le malattie determinate da una infiammazione del muscolo cardiaco (miocardio) e che possono evolvere a volte in quadri di insufficienza cardiaca severa.

La RMN può aiutare il cardiologo clinico ad arrivare ad una diagnosi precisa quando si ha solo il sospetto di una malattia in seguito ai sintomi indicati dal paziente (il dolore al torace, l’affanno, le palpitazioni, la sincope o la perdita di coscienza).  

 

Come si effettua una risonanza magnetica al cuore?

Il paziente viene fatto stendere su un lettino meccanico contenuto all’interno dell’apparecchio di risonanza magnetica. Nella quasi totalità dei casi, viene reperito un accesso venoso al braccio per poter iniettare un mezzo di contrasto a base di Gadolinio (risonanza magnetica cardiaca con contrasto).

Durante l’esame il paziente viene invitato, dall’operatore che esegue la risonanza, a fare delle profonde inspirazioni e a trattenere il respiro per evitare di alterate le immagini con i movimenti respiratori. 

A metà esame viene iniettato il mezzo di contrasto. Tale iniezione potrebbe determinare una sensazione di freddo al braccio, in genere transitoria e di lieve entità. 

La durate complessiva dell’esame è di circa 50-60 minutiDurante tutto il tempo di svolgimento dell’esame il paziente deve mantenere posizione supina, cercando di ridurre al minimo ogni forma di movimento.

Trattasi di un esame assolutamente indolore. L’ apparecchio è fornito di una telecamera che inquadra il paziente. Quest’ultimo, grazie ad un microfono posizionato all’interno della stanza, può in qualunque momento, comunicare con gli operatori posizionati all’ esterno. 

Per gli esame effettuati per approfondire la  cardiopatia ischemica (RMN da stress) si possono utilizzare  oltre al dipiridamolo altri farmaci come la dobutamina che potrebbero accelerare il battito cardiaco.

 

Precauzioni prima dell’ esame

È fondamentale portare tutta la documentazione clinica cardiologica in proprio possesso.  L’esame deve essere eseguito previo digiuno di almeno 6 ore. 

Per i pazienti claustrofobici: RMN cardiaca “aperta”

Pillole di CardiologiaOggi

“Ad oggi non è possibile utilizzare una risonanza magnetica cardiaca “aperta” per lo studio del cuore”

La RMN aperta può invece essere utilizzata in genere per lo studio dell’apparato osteo-muscolare (ArtroScan). Per lo studio del cuore è importante sottoporsi all’esame in centri con adeguata strumentazione e con tecnologia all’avanguardia in cui vi sia una apparecchiatura di RMN con intensità del campo magnetico di almeno 1,5 Tesla.  

 

Risonanza magnetica cardiaca: rischi e controindicazioni 

La  Risonanza magnetica cardiaca è un esame molto sicuro, anche prevedendo l’ utilizzo di un mezzo di contrasto. I rischi sono sostanzialmente molto bassi qualora si rispettino le indicazioni e le giuste controindicazioni.

Le controindicazioni si distinguono in controindicazioni assolute e relative: 

Controindicazioni assolute

  • presenza di corpi metallici all’interno del corpo

L’esame non può essere praticato a chi ha dei corpi metallici, delle clip metalliche o delle schegge metalliche all’interno del corpo. 

È molto importante portare con sé la documentazione attestante le protesi che sono state impiantate precedentemente (valvole cardiache, protesi articolare, fili intraossei) 

  • presenza di pace-maker o defibrillatori non compatibili con il campo magnetico. Fortunatamente i moderni apparecchi sono quasi tutti RMN compatibili (MRI conditional), previa apposita riprogrammazione ed impostazione di modalità RMN da effettuare presso centro cardiologico di riferimento.

Controindicazioni relative

  • Claustrofobia
  • Obesità severa (peso > 150 Kg). 
  • Presenza di protesi metalliche, clips non in titanio, protesi cardiache , distrattori della colonna vertebrale 
  • Presenza di neurostimolatori, pompe di infusione per farmaci  (a meno di una certificazione di compatibilità con la RMN)
  • Stato di gravidanza (non ci son studi sulla RMN in gravidanza), se differibile meglio procrastinare l’ esame.
  • Presenza di aritmie cardiache 

La presenza di aritmie cardiache non è una vera e propria controindicazione. Ogni caso viene  valutato dal medico che esegue la RMN in relazione al tipo di aritmia e alla frequenza cardiaca del paziente. Una aritmia potrebbe determinare una non ottimale acquisizione delle immagini con minore qualità dell’esame. 

Rischi per i pazienti allergici 

Per il paziente allergico il medico, cardiologo o radiologo,  deve valutare la possibilità di attuare un protocollo desensibilizzante per ridurre i rischi di allergia al mezzo di contrasto. È fondamentale comunicare la propria allergia al momento della prenotazione.  

Cosa succede dopo l’esame?

Se sono stati somministrati farmaci ansiolitici il paziente non potrà guidare. Tale precauzione non è necessaria quando non vengono utilizzati farmaci ansiolitici. 

L’esito dell’esame sarà generalmente disponibile dopo alcuni giorni. 

Risonanza magnetica cardiaca: costo

Questo esame può essere tranquillamente eseguito in qualsiasi struttura ospedaliera o in una struttura privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale, previa prescrizione medica da parte di uno specialista o del medico curante.

Il prezzo, inoltre, non è mai lo stesso ma varia in base al reddito familiare lordo annuo: il costo massimo, comunque, non è mai superiore ai 70 euro (in questo caso relativo a quelle famiglie che hanno un reddito che supera i 100 mila euro l’anno).

È anche importante sapere che chi è affetto da una patologia rara riconosciuta è esentato totalmente dal pagamento del ticket. 

Se decidete di affrettare il vostro iter medico e sottoporvi ad una risonanza magnetica presso uno studio privato (ossia non convenzionato con il sistema sanitario nazionale), i costi dell’esame variano in base a due fattori: lo studio medico a cui vi rivolgete ed anche la zona del corpo che si deve sottoporre all’esame.

Indicativamente i prezzi partono dai 100 euro e non superano i 500 euro a meno che non ci siano particolari complicazioni o che non venga richiesto di fare una risonanza magnetica con contrasto: in questo caso il costo può anche arrivare a 1000 euro.

Si raccomanda di eseguire tale esame presso centri qualificati.

 

Contatta l’esperto in merito a questo argomento 

 

Dott. Saverio D’Elia
Cardiologo Clinico
Esperto di insufficienza cardiaca, terapia intensiva cardiologica ed ecocardiografia

UOC Cardiologia e UTIC
Università della Campania L. Vanvitelli
AORN dei Colli – Ospedale Monaldi – Napoli