Il 27 dicembre 2020 in tutta Europa è scattato il “Vax Day”, il giorno della speranza, che ha segnato l’inizio di una campagna di vaccinazione antiCOVID-19. Anche in Italia, in diverse regioni, sono stati simbolicamente somministrati i primi vaccini. L’obiettivo comune è mettere fine alla pandemia da virus Sars-CoV-2 e poter tornare, finalmente, a condurre una vita normale.

 

Vaccino antiCOVID: scopriamone di più!

Il vaccino COVID-19 Comirnaty – BioNTech/Pfizer contiene una molecola definita RNA messaggero che ha le istruzioni per produrre una proteina presente sulla superficie del virus Sars-CoV-2, denominata proteina Spike. Il vaccino antiCOVID, quindi, non contiene il virus e non può provocare malattia.

Le copie di proteina Spike prodotte grazie alla molecola di RNA messaggero stimolano la formazione di anticorpi specifici nella persona che riceve il vaccino. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata entra in contatto con il Sars-CoV-2, il suo sistema immunitario sarà già in grado di riconoscerlo e sarà pronto a combattere ed eliminare il virus.

Il vaccino antiCOVID si somministra in 2 iniezioni intra-muscolari, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra.

 

Quanto è efficace e sicuro?

Il vaccino antiCOVID si è dimostrato efficace nel 95% delle persone con almeno 16 anni di età e diventa protettivo dopo una settimana dalla seconda dose.

La sicurezza del vaccino antiCOVID è risultata simile a quella di altri vaccini antivirali. Le reazioni avverse più frequenti sono dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari o articolari, brividi e febbre. Questi effetti collaterali, in genere, si risolvono entro pochi giorni dalla vaccinazione. La reazione avversa più grave è l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche che è, comunque, una patologia benigna che guarisce da sola.

 

La sperimentazione è durata troppo poco?

La sperimentazione del vaccino antiCOVID è durata pochi mesi rispetto ai tempi abituali. Tuttavia ha visto la partecipazione di un numero di persone 10 volte superiore rispetto agli standard, permettendo di raggiungere dimensioni sufficienti a dimostrarne l’efficacia e la sicurezza, senza saltare nessuna fase di sperimentazione.

Informazioni dettagliate riguardanti il nuovo vaccino e tutte le risposte ai dubbi più frequenti si trovano nel sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

 

COVID-19 e pazienti cardiopatici

I pazienti con malattie del cuore e dei vasi hanno un rischio di ammalarsi di COVID-19 uguale a quello di chi non ha problemi cardiologici (l’infezione può essere contratta da chiunque e con le stesse modalità!). Tuttavia, i pazienti cardiopatici sono particolarmente fragili di fronte all’infezione da Sars-CoV-2, possono sviluppare più facilmente sintomi gravi, ed hanno un rischio doppio di non sopravvivere al virus.

Quando penetra nell’organismo il virus può danneggiare il sistema cardiovascolare in diversi modi: può arrivare ai polmoni e provocare infezioni respiratorie, riducendo, così, i livelli di ossigeno circolanti; può innescare una risposta infiammatoria sistemica che causa riduzione della pressione arteriosa, rottura di placche aterosclerotiche (depositi di grasso) nelle coronarie con conseguente infarto, peggioramento della funzione cardiaca, aggravamento di aritmie pre-esistenti o insorgenza di nuove aritmie come la fibrillazione atriale, ipercoagulabilità del sangue con fenomeni di trombosi venosa ed embolia polmonare.

Una volta contratta l’infezione, è molto difficile prevenire queste complicanze. Fino a pochi giorni fa gli unici strumenti per evitare di contrarre il Sars-Cov-2 erano il lavaggio frequente delle mani, l’utilizzo di mascherine ed il distanziamento sociale. Oggi possiamo affiancare una risorsa più efficace e sicura, un vaccino contro questo nuovo coronavirus.

 

Il rischio di sviluppare sintomi gravi è uguale per tutte le categorie di pazienti cardiopatici?

Il rischio di sviluppare gravi sintomi da COVID-19 è alto soprattutto in alcune categorie di pazienti con malattie cardiovascolari: persone con scompenso cardiaco, cardiopatia dilatativa, displasia aritmogena del ventricolo destro in fase avanzata, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, cardiopatie congenite cianogene.

Sono particolarmente a rischio anche pazienti cardiopatici in presenza di alcune condizioni associate come età avanzata, fragilità, gravidanza, diabete mellito, ipertensione arteriosa sistemica, obesità, tumori in chemioterapia o radioterapia, leucemie e linfomi, stati di immunosoppressione (ad esempio persone sottopposte a trapianto).

Infine, anche i pazienti con sindrome di Brugada sono ad alto rischio se contraggono l’infezione da nuovo coronavirus, perché possono sviluppare aritmie cardiache pericolose per la vita quando la temperatura corporea raggiunge o supera i 39°C.

 

Vaccino antinfluenzale, COVID-19 e pazienti cardiopatici

Ai pazienti con malattie cardiovascolari si raccomanda ogni anno di effettuare il vaccino contro i virus influenzali e lo pneumococco. E’ possibile che il vaccino antinfluenzale riduca il rischio di ammalarsi di COVID-19, tuttavia il suo effetto protettivo contro il nuovo coronavirus non è certo. Pertanto, nei pazienti cardiopatici è caldamente consigliato affiancare alla vaccinazione antinfluenzale la nuova vaccinazione antiCOVID.

 

Quindi, per concludere, il vaccino antiCOVID è consigliato nei pazienti cardiopatici?

Si! Anzi, i pazienti con malattie cardiovascolari rientrano tra le categorie più a rischio di evoluzione grave in caso di COVID19.

Il presidente della Società Italiana di Cardiologia, prof. Ciro Indolfi, in occasione dell’81° congresso nazionale digitale, ha chiesto al Governo ed al Ministro della Salute di programmare un piano di vaccinazione prioritario per i pazienti cardiopatici con scompenso cardiaco, infarto miocardico ed ictus cerebrale, che permetterebbe di limitare i danni in queste persone più vulnerabili, già costrette ad affrontare percorsi diagnostici e di cura molto complessi.

 

Contatta l’esperto in merito a questo argomento.

 

Dott.ssa Simona Sperlongano
Cardiologo, specialista in Ecocardiografia Transtoracica e Transesofagea applicata allo studio delle Valvulopatie, Cardiomiopatie e Malattie del pericardio

UOC Cardiologia e UTIC
Università della Campania L. Vanvitelli
AORN dei Colli – Ospedale Monaldi
Napoli