L’ipertensione è un aumento cronico della pressione sistemica arteriosa.
Si contano 50 milioni di ipertesi negli USA e circa 1 miliardo nel mondo.
Negli Stati Uniti, all’Università di Harvard, è stata sviluppata la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) come la dieta migliore non solo per dimagrire ma anche per prevenire e curare l’ipertensione.
E’ un’alimentazione molto simile alla nostra dieta Mediterranea in quanto prevede la riduzione dei grassi saturi, del sale, dei picchi glicemici nella fase post-prandiale ovviamente associando sempre una costante attività fisica.
Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia l’ipertensione arteriosa colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne e di questi rispettivamente il 19% e il 14% sarebbe ad alto rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari.
La dieta nella terapia dell’ipertensione quindi ricopre un ruolo importante.
Molti sono i fattori che possono influenzare questa patologia ad esempio l’utilizzo eccessivo del sale da cucina, le cattive abitudini alimentari come un eccesso calorico e cibi ricchi di grassi, la predisposizione genetica, la sedentarietà e lo stile di vita (fumo, abuso di alcool, stress).
Dieta per l’ipertensione: i consigli degli esperti
La dieta per l’ipertensione si articola su diversi punti fondamentali:
- Mantenere il normopeso costante nel tempo.
E’ stato dimostrato che esiste un’associazione molto forte tra obesità e sviluppo di ipertensione.
Alcuni studi hanno dimostrato che gli adipociti delle persone obese hanno un metabolismo alterato perché producono una serie di sostanze che possono determinare ipertensione.
Quali sono queste sostanze? Sono la leptina, angiotensinogeno, radicali liberi, citochine infiammatorie, acidi grassi liberi.
Negli obesi si presenta un’ aumentata infiltrazione di macrofagi nel tessuto adiposo che favoriscono l’innesco di stati infiammatori. Questi stati infiammatori che si attuano mediante richiami di cellule, produzione di radicali liberi favoriscono l’ipertensione.
Le persone obese hanno un’attivazione maggiore del sistema renina-angiotensina, sono più predisposte a sviluppare l’ipertensione semplicemente perché hanno un’alimentazione ricca di sale, spesso si alimentano di cibo “spazzatura”, pietanze ricche di grassi e ipercaloriche.
L’obesità inoltre, è accompagnata a una maggiore resistenza all’insulina che induce a sua volta la ritenzione dei liquidi.
La perdita di peso è un primo passo per poter migliorare l’ipertensione.
- Aumentare l’apporto di potassio
Una dieta ricca di potassio ha effetti benefici, riducendo la pressione.
Un apporto di potassio superiore a 100 – 120 millimolare (circa 5 gr al giorno) contrasta l’insorgere dell’ipertensione, in quanto provoca l’aumento della natriuresi, riduce la secrezione di renina ed influenza la vasodilatazione.
Le variazioni di pressione non sono associate di per sé alla quantità di potassio o di sodio presi separatamente, ma ci sono buone correlazioni quando si valuta la pressione sanguigna in virtù del rapporto tra potassio e sodio.
Il potassio si trova soprattutto nei cereali integrali, legumi secchi, frutta secca come noci, nocciole, mandorle e pinoli, frutta fresca e nella verdura ad esempio spinaci, asparagi, cavolfiore.
- Diminuire l’apporto di sodio (es. sale da cucina)
Si consiglia l’utilizzo di circa 2 – 3 grammi di sale al giorno, ma bisogna fare molta attenzione in quanto il sale è “nascosto” in molti alimenti.
Troviamo una buona percentuale di sale nei formaggi stagionati, salumi, latticini, salmone affumicato, ma anche in alimenti conservati sotto sale o in salamoia, snack, pane e prodotti da forno (biscotti, crackers, grissini, merendine, cornetti e cereali per la prima colazione), attenzione anche ai dadi da brodo ed ai preparati per insaporire le pietanze perché ricchi di glutammato monosodico.
Si consiglia in questo caso di consumare con moderazione tali alimenti e sopratutto di leggere le etichette nutrizionali.
Preferire i prodotti che indicano in etichetta la quantità di sodio. Per considerare un alimento a basso tenore di sodio deve essere riportato sull’etichetta un quantitativo di 120 mg / 100 gr.
E’ utile guardare l’elenco degli ingredienti, sopratutto se il sodio non è riportato nella tabella nutrizionale, in quanto gli ingredienti presenti in maggior quantità sono scritti per primi e quelli presenti in minor quantità per ultimi.
Evitare quindi i cibi in cui figura nelle prime voci il sale, indicato anche sotto forma di sodio (o Na), cloruro di sodio, bicarbonato di sodio, fosfato monosodico, glutammato monosodico, benzoato di sodio, citrato di sodio.
Come ridurre il consumo di sale?
Il sale può essere sostituito con prodotti iposodici oppure con aromi e spezie varie, come peperoncino, erbe, aglio, prezzemolo, rosmarino, salvia e origano.
Esistono in commercio dadi o prodotti già pronti (minestroni, zuppe, grissini, biscotti, fette biscottate, cereali per la colazione) che riportano sulla confezione la scritta “senza glutammato di sodio” o “prodotto a basso contenuto di sodio”.
- Ridurre/evitare il consumo di alcool
Un consumo eccessivo di alcool è associato ad ipertensione in quanto provoca vasocostrizione.
L’alcool se assunto in dosi non eccessive (ad esempio un bicchiere di vino rosso al giorno) ha un effetto positivo grazie all’azione degli antiossidanti e in particolare dei polifenoli, ma in individui ipertesi il consumo di alcool è sconsigliato o da limitare.
E i grassi? Quali assumere?
E’ stato dimostrato che la presenza di acidi grassi polinsaturi limita l’insorgenza di patologie cardiovascolari.
Sono da prendere in considerazione la classe degli acidi grassi omega – 3.
Negli studi condotti sugli acidi grassi omega – 3 si sta riscontrando un successo notevole per le patologie cardiovascolari. Quindi una buona integrazione di omega – 3 può essere utile in tali patologie.
Conclusioni
Concludendo, il trattamento dietetico dell’ipertensione non deve quindi concentrarsi unicamente sulla riduzione del consumo di sodio, ma riequilibrare il suo rapporto con il potassio e limitare gli eccessi, soprattutto per quanto riguarda il consumo di lipidi, alcol e cibi ipercalorici.
Una persona ipertesa dovrà quindi ridurre il peso corporeo (in modo particolare le persone in sovrappeso o obese, sopratutto diminuendo il girovita che può essere indice di patologie metaboliche) con una sana alimentazione, fare attività fisica (protegge dallo stress ossidativo), evitare il fumo, ridurre il consumo di alcool e di sale.
L’alimentazione deve essere ricca di carni bianche, legumi, cereali, pesce e fibre.
La carne rossa non è consigliata ma è stato dimostrato che un consumo adeguato (massimo due / tre volte al mese) non crea grossi problemi, è vero che contiene più grassi ma è anche ricca di ferro.
Contatta l’esperto in merito a questo argomento.
Dott. Eugenio Barberis
Biologo Nutrizionista
Napoli