La pandemia da Sars-Cov-2 ha rivoluzionato, forse per sempre, le nostre vite, normalizzando, ad esempio, il divieto di mettere piede fuori casa od obbligandoci ad indossare qualsiasi tipologia di mascherina nell’ottica del bene comune.

Tra le varie conseguenze derivanti dalla diffusione di questa infezione virale, c’è stato anche il riscontro di un incremento nelle diagnosi di una condizione clinica di cui, forse, si parla poco: la pericardite. Sempre più persone, ad oggi, associano tale condizione esclusivamente all’infezione da Covid-19, ma ciò è corretto soltanto in parte: vediamo perché.

Che cos’è la pericardite?

Quando si utilizza questa definizione, si parla, genericamente, di uno stato infiammatorio del pericardio, ossia la sottile membrana che circonda e protegge il nostro cuore. Questa condizione può essere, anche se non obbligatoriamente, accompagnata da un versamento pericardico, definito come l’incremento della fisiologica quota di liquido presente tra i due foglietti di cui è costituito il pericardio che, nei casi più gravi, può interferire con la corretta funzionalità cardiaca.

Tra le svariate cause possibili alla base di questa patologia, vi sono le infezioni da svariati agenti microbici e virali e, tra questi, anche il famigerato Sars-Cov-2.

Quando sospettarla?

Un recente studio pubblicato su PubMed (Dini FL, Baldini U, Bytyçi I, Pugliese NR, Bajraktari G, Henein MY. Acute pericarditis as a major clinical manifestation of long COVID-19 syndrome. Int J Cardiol. 2023 Mar 1;374:129-134. doi: 10.1016/j.ijcard.2022.12.019. Epub 2022 Dec 10. PMID: 36513284; PMCID: PMC9734068) ha dimostrato come la pericardite acuta presenti un’alta prevalenza nei pazienti affetti da long-covid. Per tale motivo, la corretta informazione e descrizione dei principali elementi clinici potrebbe aiutare il paziente a sospettare tale condizione e, quindi, in tal modo, favorire la diagnosi, migliorando la qualità di vita degli stessi e, in alcuni casi, evitando complicanze peggiori.

Il sintomo principale, che desta maggiormente la preoccupazione del paziente, è sicuramente il dolore toracico, caratteristicamente descritto “come uno spillo nel torace” o “come una puntura”, talvolta accompagnato da febbre e sensazione di affanno; alcune caratteristiche, valutabili già dal paziente, che potrebbero aiutare nel discernere l’origine di tale dolore toracico sono:

  • Il peggioramento del dolore stesso con il cambio di posizione oppure con la tosse e/o un atto respiratorio più profondo;
  • Il miglioramento che si verifica, al contrario, quando il paziente, seduto, tende a piegarsi in avanti.

Questi elementi, soprattutto se nel contesto di una sintomatologia simil-influenzale (quindi non obbligatoriamente una infezione determinata da contagio da parte di Sars-Cov-2), devono insospettire l’ammalato: sarà poi compito del cardiologo, grazie agli elementi peculiari derivanti dagli esami di laboratorio, dall’elettrocardiogramma e dall’ecocardiogramma, completare l’iter diagnostico ed iniziare la corretta terapia.

 

Complicanze

La pericardite o, più correttamente, le sindromi pericardiche nella maggior parte dei casi hanno una buona prognosi e dopo una corretta terapia non lasciano alcun reliquato. Tuttavia tale condizione patologica può ripetersi nell’arco della vita, (pericardite recidivante) o può condurre a delle complicanze di diversa entità.

Tali complicanze possono andare dal coinvolgimento aggiuntivo del miocardio ed il conseguente sviluppo di una miopericardite, alla raccolta di un’abbondante quota di versamento pericardico che può condurre al tamponamento cardiaco (condizione clinica nella quale il cuore, a causa della presenza di quest’ostacolo liquido esterno, non riesce a garantire un adeguato stato circolatorio e la cui risoluzione è possibile solo mediante un atto chirurgico definito pericardiocentesi), fino alla cronicizzazione con l’instaurarsi della temibile pericardite costrittiva.

Tale quadro clinico, infatti, è particolarmente subdolo e, se non adeguatamente trattato, può nel corso del tempo dare degli esiti cronici, complicando la già difficile gestione e, soprattutto, inficiando la qualità di vita dei pazienti.

Terapia

La pericardite acuta, subito dopo la diagnosi, viene trattata generalmente mediante una terapia farmacologica, che prevede l’utilizzo di un anti-infiammatorio (in primo luogo, non-steroideo) associato o meno alla colchicina, il cui dosaggio è variabile a seconda del peso del paziente da curare.

La durata della terapia sarà guidata dal miglioramento clinico del paziente e, soprattutto, dal monitoraggio dei più importanti indici di flogosi, come la Proteina C Reattiva (PCR), che verranno dosati mediante un prelievo venoso programmato, e la cui negativizzazione sarà rappresentativa dell’efficacia terapeutica.

Nel caso la terapia non dovesse essere sufficiente per garantire la risoluzione del problema, vi sono altre armi a disposizione, come l’utilizzo di anti-infiammatori corticosteroidei fino alla possibilità della terapia con farmaci biologici.

Alla risoluzione della sintomatologia del paziente ed al contestuale miglioramento degli esami del sangue, la terapia verrà progressivamente scalata in termini di dosaggio, prestando attenzione ad evitare una brusca interruzione che potrebbe favorire la riesacerbazione dello stato infiammatorio.

Conclusioni

Se da un lato è vero che l’infezione da Sars-Cov-2 rappresenti soltanto una delle possibili cause alla base di questa condizione clinica, è altrettanto vero che la diffusione capillare di questa infezione ha permesso di focalizzare maggiormente l’attenzione sugli aspetti caratteristici di questa patologia.

Verosimilmente non ci libereremo di questo virus nel breve termine e la nuova risalita del tasso di positività di questi ultimi giorni sicuramente lo testimonia; pertanto, così come il Cardiologo dovrà essere attento nell’identificare quei campanelli d’allarme che devono orientare verso tale diagnosi, allo stesso modo una corretta e chiara informazione trasmissibile al paziente potrà aiutare quest’ultimo ad una maggiore consapevolezza dei propri sintomi, non sempre facilmente decifrabili.