La sindrome di Tako-Tsubo (altrimenti detta sindrome del Tako-Tsubo o cardiomiopatia Tako-Tsubo) è conosciuta anche come sindrome del cuore rotto o sindrome del cuore spezzato. È una malattia che colpisce il muscolo cardiaco (miocardio), oggetto di studio da circa 30 anni.

Non è molto diffusa e si presenta in circa 1 persona su 36.000. Circa 1-2 persone su 100 che si recano in pronto soccorso per dolore toracico hanno la sindrome del Tako-Tsubo. È stata descritta per la prima volta in Giappone.

Cerchiamo di comprendere in parole semplici cos’ è esattamente la sindrome del Tako-Tsubo (o cardiomiopatia del Tako-Tsubo): quali sono le cause, come riconoscerla, come trattarla.

 

 Cos’è il Tako-Tsubo?

Il Tako-Tsubo (tako = polipo, tsubo = ampolla) è un vaso utilizzato in Giappone per la pesca del polpo.  Ha una forma caratteristica. Quando si manifesta tale sindrome il cuore, visto attraverso un ecocardiogramma o mediante raggi X grazie ad una iniezione di mezzo di contrasto, assume questa caratteristica forma che ricorda il vaso con cui i pescatori Giapponesi sono soliti catturare i polpi.

 

Come si presenta?

La sindrome Tako-Tsubo si presenta con delle caratteristiche che sono identiche a quelle di un infarto al cuore: dolore al torace, affanno, stanchezza, palpitazioni, a volte nei casi gravi perdita di coscienza.

È quindi fondamentale chiamare i soccorsi (112 -118) o recarsi in pronto soccorso.

Alla prima valutazione, dalle caratteristiche elettrocardiografiche e dagli esami del sangue (i marcatori del danno miocardico acuto – troponina, CK-MB –  i cosiddetti enzimi -), è praticamente impossibile distinguerla da un classico infarto. Per questo motivo il paziente viene sottoposto sistematicamente ad un esame di angiografia coronarica (questo esame è comunemente chiamato coronarografia). La coronarografia permette di escludere che non ci siano delle ostruzioni (dei coaguli) all’interno delle coronarie (vasi che portano il sangue al cuore) e che blocchino il flusso.

Nella sindrome del Tako-Tsubo, rispetto all’infarto del miocardio, le coronarie risultano invece essere generalmente normali, oppure lievemente malate per la presenza di piccole placche aterosclerotiche (accumulo di colesterolo e cellule infiammatorie nella parete dei vasi) tali da non richiedere interventi sulle coronarie (angioplastica o stent).

 

Chi sono i soggetti maggiormente colpiti e quale è la causa?

Nella stragrande maggioranza dei casi sono colpite le donne, soprattutto nell’ età della post-menopausa  con un rapporto tra uomini e donne di 9 a 1.

Molto caratteristica prima della comparsa del dolore è la concomitanza di eventi stressanti (lutto, litigi, particolari stati emotivi di ansia o di paura, spaventi improvvisi) ma talvolta anche di eventi stressanti di tipo positivo (una notizia particolarmente gradita). Anche gli stress fisici intensi, come ad esempio un intervento chirurgico, un ictus cerebrale oppure dolori fisici marcati, possono essere alla base di questa patologia.

Gli eventi stressanti generano la produzione di una enorme quantità adrenalina che può avere effetti dannosi sul cuore.

La sindrome del Tako-Tsubo si associa spesso ad una malattia neurologica o psichiatrica pre-esistente talvolta misconosciuta al paziente (in circa la metà dei casi delle persone che la sviluppano).

Per l’intenso dolore al petto, scatenato da fattori stressanti soprattutto psicologici, questa sindrome è anche chiamata sindrome del cuore rotto o del crepacuore.  Nel linguaggio medico è conosciuta anche come cardiomiopatia da stress (cardio= cuore; mio= muscolo; patia= malattia) ovvero una malattia che colpisce la parte muscolare del cuore, il miocardio, in seguito ad uno stress.

 

 Sindrome di Tako-Tsubo: prognosi

Contrariamente a quanto si riteneva alcuni anni fa, i pazienti con sindrome del Tako-Tsubo hanno una prognosi che è molto simile a quella dell’infarto miocardico. In altre parole avere avuto una sindrome Tako-Tsubo potrebbe avere lo stesso significato di aver avuto un infarto.

Spesso questa patologia può esordire con condizioni anche molto gravi di shock o di scompenso cardiaco acuto (pressione arteriosa bassa e incapacità acuta del cuore a contrarsi, tale da non riuscire a soddisfare le esigenze degli organi).

Il paziente rimane in ospedale in media 10-15 giorni. Durante la degenza si possono verificare problemi di aritmie (cioè il ritmo del cuore non è più normale). In 1-2 pazienti su 100 affetti dalla sindrome del Tako-Tsubo può sopraggiungere anche la morte.

Nella maggioranza dei casi, tuttavia, c’è una ripresa della funzione del cuore tra le due e le quattro settimane dopo l’avvento della sindrome.  In una certa percentuale di casi ci può essere l’instaurarsi di una insufficienza cardiaca cronica (scompenso cardiaco) che perdura nel tempo.

 

Diagnosi

La diagnosi è multiparametrica. Dopo aver escluso una occlusione delle coronarie, fondamentale è l’esecuzione di un ecocardiogramma e/o di una ventricolografia (iniezione di mezzo di contrasto all’interno del ventricolo sinistro) per dimostrare il così detto “apical ballooning” ovvero la mancata funzione di tutta la parte dell’apice ventricolare sinistro associata ad un normale funzionamento  dei segmenti della base. Tale condizione, durante la contrazione del ventricolo va ad assomigliare al  vaso giapponese per la pesca del polpo che presenta un colletto stretto e una pancia larga.

Di fondamentale importanza è, a volte, l’esecuzione di una risonanza magnetica del cuore  che permette in maniera quasi inequivocabile di stabilire la diagnosi, soprattutto nei casi dubbi.

 

La sindrome di Tako-tsubo: cosa fare dopo

Fondamentale è seguire i consigli del cardiologo in merito alla terapia e allo stile di vita. La terapia può essere anche costituita da più compresse o capsule che vanno assunte con regolarità. Sarà il cardiologo a decidere tempi e modi dell’attività lavorativa e sportiva, associando a volte un periodo di riabilitazione cardiologica cioè un periodo in cui si eseguono esercizi controllati dal medico cardiologo e dal fisioterapista

Importante sarà anche la capacità di imparare a gestire gli stati di stress sia positivi ma soprattutto negativi. È spesso utile intraprendere dei percorsi di cure psicologiche/psicoterapiche associate ad una eventuale valutazione dal medico psichiatra.

 

Sindrome di Tako-Tsubo, alimentazione e prevenzione

Bisogna puntare su cibi salutari che mantengano una buona nutrizione senza appesantire, garantendo il giusto apporto di tutti i nutrienti. È importante soprattutto quando ci si inizia a sentire meglio evitare di prendere peso e mantenere un peso forma. Mangiate frutta fresca, verdura, in particolare tutti gli alimenti dalle tonalità rosse, violacee o arancioni. Sono quelli che apportano più antiossidanti utili alla cura del nostro cuore.

Inoltre è importante “allenare” la nostra mente e il nostro corpo affinché qualsiasi squilibrio nel nostro ambiente non ci danneggi in modo così smisurato. Dedicate due ore a voi, fate una passeggiata, meditate, gestite ogni piccolo problema affinché non diventi troppo grande.

 

Contatta l’ esperto in merito a questo argomento.

 

Dott. Saverio D’Elia
Cardiologo Clinico
Esperto di insufficienza cardiaca, terapia intensiva cardiologica ed ecocardiografia

UOC Cardiologia e UTIC
Università della Campania L. Vanvitelli
AORN dei Colli – Ospedale Monaldi
Napoli