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Cosa resterà al SSN di questi anni Venti?
Potrebbe essere questa la domanda a cui, tutti i settori della società, non potranno sottrarsi.
Il rapporto tra il medico e il paziente è da sempre una prerogativa della professione medica, divenendo in alcuni casi, l’attività predominante, nei casi in cui la scienza e le sue regole non trovano più risposte. Questi anni Venti però pongono la necessità di una riflessione rispetto a ciò che il medico è divenuto nella società dagli anni Ottanta dello scorso secolo ad oggi.
La tecnologia è stata croce e delizia di questi anni. Il medico si è avvalso della tecnologia per migliorare la sua capacità di cura, tuttavia ha finito per perdere, suo malgrado e senza alcuna prefissata convinzione negativa, il rapporto con l’uomo malato.
Il paradosso di saperlo curare meglio, ma di non farlo percepire nel modo appropriato al paziente è forse il limite più grande degli ultimi trent’anni.
Così i pazienti si sono convinti del medico infallibile perché “tecnologicamente assistito”, al contempo finendo essi stessi per rendersi autodidatti per cure e diagnosi con strumenti ormai facili da utilizzare e spesso fallaci nella correttezza delle informazioni.
Il sostegno della cittadinanza agli ospedali durante la pandemia COVID19
La solidarietà è stata grande, la corsa alla raccolta fondi per gli ospedali è stata capillare, spontanea e rapida su tutto il territorio nazionale.
Emozionanti gli incoraggiamenti che la popolazione ha voluto donare a medici, infermieri ed operatori del settore sanitario.
Ogni gesto ha il suo valore, ma tutti hanno avuto, hanno e avranno la capacità di alleggerire la pressione umana e professionale sul personale sanitario alle prese, in alcuni casi, con una situazione drammatica.
In alcune città storicamente provate da un rapporto controverso tra il sistema di assistenza sanitaria e i cittadini, tali spontanee dimostrazioni di sostegno hanno di certo un sapore diverso.
In tale contesto l’iniziativa dei giovani studenti di medicina della Campania, capitanati da Federica De Masi, assume una rilevanza straordinaria. Futuri medici a sostegno dei colleghi. È stata una cavalcata rapida e coinvolgente che ha finito per risvegliare il senso civico e di comunità di tantissimi cittadini campani e portando la raccolta fondi a quasi un milione di euro a favore dell’Ospedale Cotugno.
COVID19: nel dramma tutti possono migliorare. Un’occasione da non perdere.
L’ottimismo è l’essenza di un lavoro che si pone come bene supremo la vita. Tutti abbiamo imparato. La classe medica e sanitaria si è riscoperta fallibile e con poche risposte nei confronti di un nemico nuovo, eppure è rimasta salda, gioendo per ogni piccolo successo.
Si è riscoperta fragile e ciò ha rinsaldato quel rapporto con il paziente nella sinergia della battaglia comune. Indimenticabili saranno le immagini delle dimissioni dei primi pazienti, drammatiche quelle dei saluti consentiti solo via tablet.
I cittadini hanno riscoperto una classe, rimasta sempre, senza esitazione a combattere strenuamente per la vita altrui. Il COVID19 ha posto il suo insegnamento, a tutti resta il compito di non dimenticarlo mai più.
Il comitato direttivo