Il “Pacemaker leadless” o “Pacemaker senza fili” è una novità tecnologica introdotta solo alcuni anni fa (nel 2015) che costituisce una vera e propria rivoluzione nell’elettrostimolazione cardiaca. Questo innovativo pacemaker è, a differenza di quello tradizionale, privo di elettrocateteri, è estremamente miniaturizzato e viene interamente impiantato all’interno del cuore del paziente mediante una procedura mininvasiva, senza necessità di intervento chirurgico.

Quest’innovazione consente di ridurre notevolmente le complicanze legate all’impianto del pacemaker. Non essendoci inoltre necessità di un intervento chirurgico, quindi di un taglio e di una cicatrice, è ovviamente molto più accettato dal paziente.

 

Che cos’è il pacemaker e a cosa serve?

Il pacemaker è un dispositivo che serve a curare le bradiaritmie. Il cuore è dotato di un vero e proprio “impianto elettrico” detto sistema di conduzione che produce l’impulso elettrico e lo diffonde a tutto il muscolo cardiaco. Questo è indispensabile per dare il giusto ritmo e la giusta sincronia all’attività contrattile del cuore.

Ci sono delle patologie, per lo più degenerative e nella stragrande maggioranza dei casi legate all’invecchiamento che colpiscono questo “impianto elettrico” per cui l’impulso non viene più generato correttamente o non viene più condotto in tutte le parti del cuore, questo fa si che il cuore rallenti o, in alcuni casi, si fermi completamente con conseguenze ovviamente gravissime.

Il pacemaker è un dispositivo elettronico molto sofisticato che è in grado di registrare l’attività cardiaca spontanea e stimolare elettricamente il cuore se l’attività cardiaca rallenta in maniera patologica. Stimolando il cuore, il pacemaker si sostituisce all’impianto elettrico del cuore che è difettoso.

 

Pacemaker tradizionale: tecnica di impianto e possibili complicanze

Il pacemaker tradizionale è fatto da un generatore che è grande poco più di una moneta da 2 euro che viene impiantato con un intervento di piccola chirurgia in una tasca sottocutanea solitamente posizionata sotto la clavicola sinistra o destra.

Questo dispositivo è collegato ad uno o due “fili” chiamati elettrocateteri che attraverso una grossa vena (in genere la vena succlavia, la vena cefalica o la vena ascelltare) vengono inseriti fino all’interno delle camere del cuore dove vi rimangono definitivamente. La funzione di questi fili è di trasmettere gli impulsi elettrici generati dal pacemaker al cuore e di trasmettere al pacemaker l’attività elettrica spontanea del cuore.

Le complicanze sono tutt’altro che rare (per conoscere tutti i dettagli sulle possibili complicanze dell’impianto del pacemaker leggi l’articolo dedicato). Possono colpire fino al 10% dei pazienti (1 su 10!). Oltre l’80% delle complicanze è dovuto alla tasca sottocutanea (e sono l’ematoma e l’infezione) ed agli elettrocateteri (gli elettrocateteri possono spostarsi, possono rompersi e possono infettarsi).

L’infezione degli elettrocateteri è una complicanza molto temuta perché può portare ad una grave infezione del cuore chiamata endocardite infettiva che può portare alla morte. Quando vi è un’infezione degli elettrocateteri, per curare l’infezione il paziente deve essere obbligatoriamente sottoposto all’espianto del pacemaker ed all’estrazione degli elettrocateteri. L’estrazione degli elettrocateteri è una procedura molto complessa e rischiosa per il paziente.

 

Pacemaker leadless (senza fili): caratteristiche e tecnica di impianto

Il pacemaker leadless (senza fili) è un pacemaker completamente miniaturizzato. È poco più grande di una compressa di antibiotico: è una capsula lunga appena 2,5 cm e spessa mezzo centimetro e pesa 2 grammi contro i 30 grammi di un pacemaker tradizionale. Tutto il sistema è contenuto in questa piccola capsula. È privo di elettrocateteri e viene completamente inserito all’interno del cuore.

La procedura di impianto è mininvasiva e viene eseguita in anestesia locale. Il piccolo pacemaker si inserisce attraverso una vena dell’inguine (la vena femorale) e non richiede alcun taglio chirurgico. Mediante l’utilizzo di un lungo tubicino (chiamato delivey) il pacemaker viene spinto fino all’interno del cuore, qui si ancora saldamente alla parete cardiaca e stimola direttamente il cuore.

La procedura di impianto dura mediamente 45 minuti – 1 ora che è più o meno la stessa durata di una procedura di cardiostimolazione convenzionale.

 

Vantaggi del pacemaker leadless (senza fili)

Il punto di forza di questo innovativo pacemaker è il fatto che non richiede una tasca sottocutanea e non ha elettrocateteri inseriti nel cuore. In questo modo evita completamente tutte le complicanze dovute alla tasca ed agli elettrocateteri.

Inoltre, nonostante le sue piccolissime dimensioni, questo pacemaker innovativo funziona allo stesso modo di un pacemaker tradizionale: stimola il cuore con la stessa efficacia e garantisce una durata della batteria molto simile se non superiore a quella di un pacemaker tradizionale (circa 10-12 anni).

Da quando è stato introdotto nella pratica clinica ad oggi il pacemaker leadless è stato impiantato in oltre 50 mila pazienti nel mondo e sono stati pubblicati numerosi studi scientifici eseguiti su migliaia di pazienti che hanno dimostrato che questo tipo di pacemaker è più sicuro rispetto a quello tradizionale in quanto ha un rischio di complicanze dimezzato.

Un’altra differenza importante tra il pacemaker tradizionale e il pacemaker leadless è che quest’ultimo, non avendo elettrocateteri non richiede nessuna cautela particolare per il paziente. Durante le prime settimane dopo l’impianto di un pacemaker tradizionale il paziente deve evitare i movimenti bruschi ed il sollevamento di pesi con il braccio del lato dove è stato posizionato il dispositivo per evitare che si spostino gli elettrocateteri che sono stati posizionati nel cuore e per evitare che la ferita chirurgica della tasca sottocutanea si riapra.

Non avendo elettrocateteri e non essendoci una tasca sottocutanea, dopo l’impianto di un pacemaker leadless il paziente è libero di fare qualsiasi movimento e di riprendere tutte le attività della sua vita quotidiana già 1-2 giorni dopo l’intervento. Inoltre, non essendoci nessuna cicatrice sul torace, il pacemaker non ha nessun impatto estetico, né psicologico ed è per questo molto più accettato dal paziente rispetto ad un pacemaker tradizionale.

 

Tutti i pazienti che hanno bisogno di un pacemaker possono ricevere un pacemaker leadless?

Il principale limite del pacemaker leadless attualmente disponibile è che questo può essere impiantato in una sola camera del cuore, il ventricolo, in particolare nel ventricolo destro. Per cui gli unici pazienti che possono beneficiare di questa nuova tecnologia sono i pazienti che hanno necessità che sia stimolato solo il ventricolo destro.

I pazienti che hanno necessità che siano stimolati sia negli atri che i ventricoli o che siano stimolati simultaneamente sia il ventricolo destro che il ventricolo sinistro non possono beneficiare di questo tipo di pacemaker. Per cui al momento i pazienti candidati a ricevere questa tecnologia rivoluzionaria sono purtroppo solo una quota di tutti i pazienti che hanno bisogno di un pacemaker.

Si attende con ansia che le aziende progettino un pacemaker leadless in grado di stimolare sia gli atri che i ventricoli.

 

I pazienti già portatori di un pacemaker tradizionale possono sostituire il loro pacemaker con un pacemaker leadless?

Un paziente portatore di un pacemaker tradizionale ha nel suo cuore gli elettrocateteri che negli anni vengono progressivamente “inglobati” e bloccati all’interno delle vene e del cuore da tenaci “cicatrici”.

Per questo motivo possono essere rimossi solo con estrema difficoltà e con un intervento chirurgico molto complesso e rischioso (chiamato intervento di estrazione degli elettrocateteri).

Per cui un paziente con un pacemaker tradizionale non può facilmente sostituire il suo pacemaker con un pacemaker leadless e continuerà ad avere sempre un pacemaker con gli elettrocateteri.

 

Il pacemaker leadless sostituirà completamente il pacemaker tradizionale?

Le complicanze legate all’impianto di un pacemaker purtroppo non sono rare e sono quasi sempre legate alla tasca sottocutanea ed agli elettrocateteri. Eliminando questi due “anelli deboli” del sistema si eliminano gran parte delle complicanze del pacemaker.

Per questo motivo il futuro dell’elettrostimolazione cardiaca è sicuramente rappresentato dal pacemaker leadless.

 

Contatta l’esperto in merito a questo argomento.

 

Dott. Pietro Palmisano

Cardiologo Aritmologo, esperto in diagnosi e terapia dei disturbi del ritmo cardiaco

Unità Operativa Complessa di Cardiologia

Azienda Ospedaliera “Card. Giovanni Panico”

Tricase (Lecce)