In questo articolo cercheremo di spigare, in modo semplice ed esaustivo, come viene effettuata e con quali presidi una terapia infusionale, ovvero la somministrazione di quei farmaci e quelle soluzioni, sangue ed emoderivati che possono, e devono essere somministrate direttamente nel circolo venoso.

 

Quando è indicata la terapia infusionale?

Essa è indicata in diversi casi:

  • Quando è necessario un effetto rapido del farmaco (soluzione);
  • Quando i farmaci iniettati non sono assorbiti dall’organismo a livello gastrointestinale;
  • Quando il farmaco è irritante per altre vie;
  • Quando bisogna ripristinare o controllare la volemia, l’equilibrio acido – base, l’equilibrio elettrolitico o/e lo stato nutrizionale;
  • Quando il paziente è incosciente o non collaborante;
  • A scopi diagnostici quando è necessario fare indagini che richiedono alcuni tipi di contrasto.

Ne viene di facile comprensione il perché del vantaggio di questo tipo di somministrazione in alcune situazioni, stato di salute del paziente, precisione dell’infusione e tempo.

Quali sono le complicanze?

Le complicanze e gli effetti indesiderati che posso seguire da questo tipo di somministrazione sono di due tipi:

  • COMPLICANZE MECCANICHE, ovvero occlusioni del catetere, fuoriuscita delle soluzioni al di fuori del circolo venoso, sovraccarico del sistema circolatorio.
  • COMPLICANZE BIOLOGICHE quali flebiti (infiammazione di una vena in seguito all’infusione) o tumefazione ed ecchimosi della zona sottoposta all’infusione, reazioni allergiche e embolie causate dall’entrata di aria o grumi di sangue nella via endovenosa causando l’ostruzione del vaso in questione.

 

Quali sono le sostanze che possono essere somministrate?

Per infusione è possibile somministrate vari tipi di sostanze e farmaci. In linea generale, le soluzioni si differiscono in cristalloidi e colloidi.

  • CRISTALLOIDI sono quelle soluzioni che si ottengono sciogliendo i Sali e zuccheri, e che passano rapidamente dalla rete capillare ai tessuti. (Soluzioni ipotoniche, isotoniche ed ipertoniche).
  • COLLOIDI sono quelle soluzioni che si ottengono sciogliendo molecole di dimensioni maggiori e che passano più lentamente dalle strutture capillari ai tessuti, per tanto, vengono indicate anche come espansori del flusso ematico (prodotti del sangue e nutrizione parenterale).

 

Con quali modalità vengono somministrate queste sostanze?

La somministrazione di tali sostanze e farmaci può avvenire principalmente in due metodi:

  • IN BOLO: Significa introdurre una singola iniezione di una soluzione direttamente nella linea endovenosa. I farmaci e le soluzioni somministrate in bolo si usano per somministrare dosi di farmaco ad intermittenza, ovvero quando è necessario somministrare il farmaco in tempo rapido o a breve distanza l’uno dall’altro, esso può o meno essere miscelato con una piccola quantità di soluzione fisiologica secondo il tipo di farmaco, o durante un’emergenza.
  • IN INFUSIONE: Significa introdurre una soluzione di volume maggiore, che abbia una velocità d’infusione maggiore a qualche minuto o addirittura quando la somministrazione deve essere infusa in modo continuo e preciso per un lungo arco di tempo. Può essere effettuata con sistemi infusionali a “caduta”, con sistemi elastomerici, pompe volumetriche e pompe siringa.

 

Quali sono i presidi utilizzati?

Tali somministrazioni sono rese possibili mediante l’ausilio di specifici presidi, primi tra tutti i deflussori. Nell’articolo precedente abbiamo già trattato dei cateteri venosi e la loro gestione, inoltre spesso ci sarà capitato di vedere ad essi collegati tanti fili, tubi ed apparecchi utilizzati per la su detta terapia.

Il Deflussore è quel dispositivo medico che si applica alla fleboclisi (flebo), e si raccorda all’accesso venoso consentendo, per gravità, “la caduta” della soluzione all’interno del circolo venoso.

Essi devono rispondere a specifici requisiti e devono essere costruiti in conformità alle norme di buona fabbricazione previsti per i dispositivi medici. I materiali utilizzati per tanto devono rispondere a determinate caratteristiche quali:

  • Atossicità;
  • Biocompatibilità;
  • Trasparenza, sufficiente ai fini di controllare cambiamenti della soluzione al suo interno;
  • Flessibilità e resistenza alla trazione;
  • Antinginocchiamento;
  • Sterilità;
  • Apirogeno, ovvero incapacità di cedere al liquido che lo attraversa sostanze del materiale che lo compone.

IL deflussore è formato da diversi componenti.

  • Baionetta o perforatore: Serve a perforare il tappo della fleboclisi;
  • Camera di gocciolamento: posta al di sotto del perforatore, permette di controllare l’andamento della goccia di soluzione, provvisto di una valvola d’aria con filtro antibatterico e dispositivo d’ingresso aria;
  • Morsetto o Regolatore di flusso: Solitamente formato da una rotella posta in un piccolo binario, che permette di aprire, chiudere o regolare la velocità del flusso della soluzione;
  • Connettore: Situato nella parte terminale del deflussore, che permette di connettere il set d’infusione alla via venosa, mediante un sistema Luer lock (componente che permette di avvitare il connettore) o un sistema a cono;
  • Tubo circolare di lunghezza compresa tra 145/200 cm.

 

Questo tipo di sistema d’infusione viene prediletto quando le soluzioni da infondere non necessitano di un tempo preciso, quando è necessario infondere grossi volumi in poco tempo o, viceversa, volumi superiori a 20 ml in un lasso di tempo superiore ai 5 minuti.

 

Che cos’è il sistema DIAL A FLO?

Sono dispositivi che consentono di regolare e controllare la velocità d’infusione con maggiore precisione. È giusto precisare però, che essendo dei dispositivi a caduta la loro precisione, dipende da una serie di fattori, quali altezza della flebo, pressione del circolo e pervietà del catetere venoso. Essi presentano la stessa struttura dei deflussori sopra descritti ma sono dotati di un dispositivo cilindrico graduato che serve a regolare la velocità del flusso. Esso è costituito da due cilindri che ruotano sul proprio asse, determinando una variazione di canale in cui sorre il liquido, la scala graduata posta all’ esterno indica la velocita d’ infusione che può variare da 5ml/h a 250ml/h.

Cosa sono i DEFLUSSORI SCHERMATI?

Questi dispositivi vengono utilizzati per la somministrazione di quelle soluzioni e quei farmaci (es. chemioterapici) sensibili all’esposizione a fonti luminose.

Essi presentano, pertanto, la stessa struttura dei deflussori su descritti ma pur mantenendo la trasparenza, che permette il controllo della soluzione stessa, sono di un colore bruno scuro protettivo per la luce.

Quali deflussori vengono utilizzati per le trasfusioni?

I DEFLUSSORI PER TRASFUSIONI EMATICHE E DI PLASMA invece, differiscono dagli altri deflussori in quanto presentano, all’interno della camera di gocciolamento un particolare filtro in nylon a protezione dell’emotrasfusione stessa.

Tutti questi dispositivi sono spesso dotati, lungo il tubo, di un punto d’iniezione ad Y che consente la somministrazione in estemporanea di soluzioni o farmaci compatibili.

 

Per un infusone continua, che deve avvenire in un arco di tempo più lungo e per richiede una precisione maggiore, vengono utilizzati dei dispositivi più complessi, ovvero le pompe di infusione di cui tratteremo nel prossimo articolo.

 

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Dott.ssa Mariagrazia Manzo

Infermiere

Cardiologia Vanvitelli

Azienda dei Colli – Monaldi